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Le professioni ai tempi idel Coronavirus sono un po’ difficili da mettere in campo, soprattutto, per i progettisti.

Parliamo di più di 1000 professionisti che stanno utilizzando questo tempo sospeso in modo particolare. I progettisti, infatti sono in difficoltà perché oramai da quando c’è questa pandemia non possono più svolgere la loro attività normalmente. In questo quadro, il quotidiano è cambiato e ciò vale non solo per le abitudini personali, ma anche i tempi e gli strumenti di lavoro. Nonostante questo però, coloro che sono professionisti di questo settore, continuano a lavorare, a programmare ed a creare aspettando poi una rapida ripartenza. Quello che è certo è che in questo periodo particolare i cantieri sono fermi, così come i clienti disorientati. Stando alle analisi effettuate, architetti, geometri e ingegneri hanno avuto difficoltà di confronto anche con i propri clienti.

Il rapporto tra clienti e progettisti con il Coronavirus

Il rapporto tra clienti e progettisti con il Coronavirus in agguato è abbastanza difficile. Sembrerebbe che solo nel 10% dei casi, i committenti siano determinati a proseguire, mentre invece nel 45% dei casi ci siano molti disorientati. Vi è un altro gruppo, con la percentuale del 45% che invece riguarda quelli che hanno deciso di sospendere tutto. Ovviamente i cantierie sono penalizzati perché più della metà sono fermi.

Le richieste del mondo della progettazione

La maggior parte dei professionisti sta dedicando alla progettazione tanto impegno. Molti progettisti in questo momento di stop, leggono anche riviste o studiano, mentre il 21% naviga su internet. L’idea è proprio quella di cercare delle soluzioni alternative in un momento così complicato. Intanto, il governo sta mettendo in campo dei provvedimenti in sostegno di queste categorie. Parliamo innanzitutto del fondo di ultima istanza da 300 milioni. Questi fondi serviranno a dare un po’ di ossigeno a questi esperti che dopo la crisi dovranno cercare di organizzare le proprie attività lavorative.