Proroga eurobonus e sismabonus, ecco una delle 30 proposte avanzate da Legambiente in previsione del 2019. Niente di impossibile in quanto si tratta sì di parecchi interventi, ma sono tutti realizzabili sin da subito anche a favore dell’innovazione e della riqualificazione urbana e territoriale.

L’associazione ha spiegato la proposta dicendo “Al Governo del Cambiamento chiediamo di scommettere sull’ambiente perché è da qui che passa lo sviluppo”. Come già detto le proposte sono tante e si articolano su quattro ambiti:

  • concessioni,
  • cambiamenti climatici,
  • fiscalità,
  • rilancio degli investimenti utili.

Proprio quest’ultimo tema ha ricevuto parecchie proposte ed ipotesi.

Proroga eurobonus e sismabonus, Legambiente invita a scegliere opere meritevoli

Proroga eurobonus e sismabonus per investimenti utili e con alta priorità per cercare di rilanciare l’economia e l’occupazione e smorzare la crisi che ha causato un crollo degli investimenti pubblici.

Il problema principale per Legambiente risulta essere la scelta di opere meritevoli che possano concedere al Paese di crescere in breve tempo, interrompendo la crisi, i disagi e il periodo di rallentamento.

Gli ambientalisti ad esempio propongono di puntare sui sistemi di trasporto delle città ovvero le linee metropolitane e le ferrovie suburbane.

Tema ancora più importante e di grande interesse pubblico è la riqualificazione antisismica ed energetica del patrimonio edilizio esistente, partendo dai condomìni. Quindi andando a riassumere, le proposte sono le seguenti:

  • prorogare al 31 dicembre 2023 ecobonus e sismabonus per la riqualificazione energetica e antisismica dei condomini;
  • sottoporre a consultazione pubblica la proposta della revisione degli incentivi per ristrutturazioni edilizie;
  • rendere detraibili le spese di classificazione e di verifica sismica degli immobili;
  • istituire un fondo di garanzia da 100 milioni di euro all’anno in un periodo che và dal 2019 al 2023.

Ovviamente tra proposte e progetti immancabili non possiamo trovare altro che le scuole che hanno evidenti problemi strutturali, le periferie e poi ancora l’abusivismo edilizio.