Ponte Morandi, un argomento scottante in queste ultime settimane che sta toccando un pò tutti, soprattutto gli animi di architetti e strutturisti che dicono no alla proposta di demolizione della struttura.

Grossi nomi stanno interessando la questione, il più importante è quello di Antonino Saggio, noto architetto urbanista professore all’Università La Sapienza di Roma, che ha dato il via alla petizione contro l’abbattimento del ponte.

La petizione è rivolta al Premier Conte, al ministro Toninelli e alla Procura di Genova ed è riuscita a totalizzare ben 800 firme di docenti, architetti, ingegneri e uomini di cultura.

Tra i grandi nomi troviamo l’ingegner Edoardo Cosenza, insegnante di Tecnica delle Costruzioni dell’Università di Napoli, che fa inoltre parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, poi il professor Vincenzo Latina, noto architetto italiano ed altri architetti Gianluca Peluffo, Massimo Pica Ciamarra, Giovanni Vaccarini ed infine Antonella Greco storica d’arte.

Ponte Morandi, perchè il rifiuto della demolizione?

Il Ponte Morandi secondo molti non deve essere demolito, la questione desta sospetti e raccoglie parecchie critiche, ma quali sono i motivi del netto rifiuto?

Antonino Saggio spiega le sue ragioni e afferma che nonostante il crollo del pilone, considerata la tecnica di costruzione modulare del viadotto, la parte rimasta integra non ha subito alcun danno strutturale e quindi mediante l’utilizzo di parecchie tecniche, ragionevoli, verificate e ben illustrate può esser messo in atto il recupero interessando solo la parte interessata dal cedimento (entro breve tempo, riducendo inoltre anche la spesa) e far sì che la struttura sia totalmente sicura.