Canapa e bioedilizia, l’accostamento più inconsueto di sempre, in realtà a quanto pare questo materiale sta entrando fieramente nel mondo della bioedilizia grazie ai suoi tanti pregi e vantaggi.

Il suo utilizzo è ormai consigliato e preferito perchè costruire con delle fibre vegetali vuol dire ottenere resistenza non danneggiando l’ambiente dato che comporta grossi vantaggi ormai non solo ambientali, ma anche sociali ed economici.

La coltivazione della canapa è semplice, cresce rapidamente ed in modo proficuo richiedendo poca acqua e attirando pochissimi parassiti essendo inoltre refrattaria a muffe. Può essere utilizzata in sostituzione del legno e del vetro, è resistente al fuoco, è un materiale piuttosto leggero, “carbon negative“, quindi permette di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Oltretutto è usata per il cemento antisismico, infatti la società Enea ha già progettato un kit antisismico con pannelli in fibra di canapa dotato di resistenza alle scosse.

Con poca acqua quindi con un miscuglio industriale di acqua e canapa, possono essere costruiti mattoni, intonaci, massetti, cappotti e isolanti sia per edifici vecchi che di nuova costruzione. Se usata in sostituzione del cemento invece si risparmia l’80% di acqua che invece servirebbe per lavorare il cemento.

Canapa e bioedilizia al via verso l’evoluzione

Canapa e bioedilizia portano quindi grandiose novità nel campo della costruzione, i mattoni in canapa infatti si posano a secco e possono essere smaltiti in pochissimo tempo, questa se aggiunta alle malte, ne migliora la qualità, decisamente un ottimo risultato.

L’evoluzione è quindi sempre più rapida e la risposta agli obiettivi arriva anche dalla Commissione Europea che promuove “l’iniziativa” “Energia 2020”.