Esenzioni Imu, un grande aiuto per le imprese edili che riescono ad usufruire degli sgravi fiscali, risparmiando sugli immobili non venduti, ai fabbricati acquistati, oggetto di ristrutturazione e successivamente reinseriti nel mercato.

Purtroppo però l’argomento ha dato vita a parecchi dubbi, seguiti dai dovuti chiarimenti con la risoluzione n.11/DF del Ministero dell’Economia.

Secondo le prime informazioni arrivate, l’esenzione Imu riguarda tutti quegli immobili residenziali e non, di nuova costruzione ma anche vecchi e in pessime condizioni strutturali, acquistati dai costruttori per poi essere ristrutturati e rivenduti ma rimasti comunque senza proprietario.

Possiamo dire che le esenzioni Imu quindi siano rivolte a tutti, l’unica regola da rispettare è che sugli immobili invenduti sia stato realizzato qualche intervento di recupero interessante ed incisivo, infatti non risultano essere esenti tutte quelle strutture sulle quali sono stati applicati interventi di manutenzione ordinaria.

Esenzioni Imu, fabbricati costruiti e non in locazione

Esenzione Imu estesa anche ai fabbricati che sono stati acquistati dall’impresa, si parla dei cosidetti “fabbricati costruiti” comprati dall’impresa costruttrice e poi ristrutturati per rimetterli in vendita.

Oltre che provare che i lavori siano stati incisivi, è importante che i lavori di costruzione o ristrutturazione siano stati ultimati e che la struttura, di qualsiasi tipo essa sia, venga classificata in bilancio tra le “Rimanenze” (destinata cioè alla futura vendita e non in locazione). Non è possibile usufruire delle esenzioni nel caso in cui i lavori sulla struttura non siano ancora terminati.

L’esenzione riguarda anche tutti gli alloggi costruiti ma non ancora assegnati ai soci dalle cooperative edilizie.