La pianificazione del territorio è una delle attività che più spesso vengono svolte dall’amministrazione pubblica.

Le scelte che la PA compie nel destinare un territorio possono essere influenzate da tutta una serie di elementi, e ci si potrebbe chiedere se tali scelte debbano sempre rimanere uguali a loro stesse, oppure se possano essere modificate con il tempo. E se sì, sulla base di quali parametri possa intervenire il cambiamento.

Per decidere in merito ad una questione di questo tipo è intervenuto il TAR Lombardia, Sezione II di Milano, con la sentenza 29 giugno 2018, numero 1615.

Pianificazione del territorio, i diritti dell’amministrazione

In generale, le scelte relative alla pianificazione del territorio, che siano operate da parte della Pubblica Amministrazione, secondo i giudici non potrebbero essere condizionate da quelle che sono le indicazioni pregresse, oppure da quello che era il precedente piano regolatore.

La PA, quindi, avrebbe un’ampia libertà nella pianificazione del territorio, e nel decidere a che cosa destinare quelle che possono essere porzioni specifiche della città presa in considerazione.

I giudici, quindi, hanno indicato come l’unico vincolo che l’amministrazione avrà nel momento in cui vorrà effettuare delle variazioni al piano regolatore, dovrà essere quello della motivazione che dovrà essere posta a sostegno della nuove destinazione.

Questo soprattutto nel caso in cui la precedente destinazione del territorio avesse potuto generare delle aspettative qualificate in terzi soggetti in merito al mantenimento della precedente destinazione.

Quindi, la pianificazione del territorio rimane un elemento nel quale le amministrazioni possono porre un’ampia discrezionalità.