Le costruzioni rurali potrebbero essere viste come “innocue”, cioè come elementi che non potendo essere utilizzate per abitare  non determinino neppure l’obbligo di dichiarazione al Fisco.

In realtà, nella maggior parte dei casi, l’obbligo di dichiarazione non sussisterà solamente nel caso in cui le costruzioni rurali non producano reddito.

A questo punto, quindi, sarebbe necessario chiarire quando effettivamente un immobile rurale non possa produrre redditi: per capire quali siano le differenze in questi casi è intervenuta l’Agenzia delle Entrate, con un’apposita circolare.

Costruzioni rurali, quali non producono reddito

L’Agenzia delle Entrate ha indicato come le costruzioni rurali che non producano reddito siano quelle che appartengono al possessore oppure all’affittuario di un terreno sul quale sono presenti.

Esse non produrranno reddito se:

  • Destinate all’abitazione delle persone che siano addette alla coltivazione, alla custodia del fondo agricolo o del bestiame;
  • Destinate a consentire una vigilanza rispetto al terreno agricolo;
  • Destinate al ricovero degli animali, oppure alla custodia di macchine, attrezzi e scorte che servano per la coltivazione;
  • Destinate alla protezione delle piante, oppure alla conservazione dei prodotti della terra;

Questi tipi di fabbricati, quindi di per sé non possono produrre reddito, in quanto saranno semplicemente strumentali rispetto all’attività svolta sul fondo agricolo, o di coltivazione.

Proprio per questo motivo, non sarà necessario dichiarare la loro presenza nel momento in cui si compili il 730 oppure un altro modello previsto dal Fisco.

Ovviamente, sarà fondamentale che queste strutture rispettino i canoni previsti dalle legge, e che non siano solo una copertura per altre attività.