Pensare che un condono edilizio possa non essere legittimo potrebbe sembrare strano eppure il Consiglio di Stato si è recentemente occupato proprio di un caso nel quale è stato necessario valutare la legittimità di questo provvedimento, con la sentenza 2457 del 2018.

Condono edilizio, il caso concreto

I giudici del Consiglio di Stato hanno dovuto prendere in considerazione un caso nel quale un Comune si era occupato di rilasciare un condono edilizio.

Tuttavia, il condominio che si trovava nelle immediate vicinanze dell’immobile per il quale era stato richiesto il condono aveva presentato ricorso.

Questo era stato richiesto poiché, prima del rilascio del condono stesso, a quanto pare non erano stati ottenuti i pareri favorevoli da parte delle autorità preposte a quella che era la tutela del vincolo idrogeologico e di quello ambientale.

L’intervento, infatti, consisteva nell’eseguire un tramezzo in una struttura preesistente, con un terrapieno che avrebbe avuto la funzione di contenere il terreno.

I tecnici del comune avevano visto come, al di sotto delle opere conformi, non era presente un terrapieno ma una struttura vuota.

Praticamente, invece di fare ciò che era stato richiesto, erano state apportate delle modifiche che avrebbero consentito di utilizzare la struttura con scopo residenziale.

Il Consiglio di Stato ha essenzialmente accolto il ricorso, indicando come l’intervento fosse in grado di incidere su quello che era l’assetto del terreno.

Per questo, prima di effettuare gli interventi, e il Comune prima di concedere il condono, sarebbe stato necessario informare le autorità che si occupavano proprio del controllo e della tutela dei vincoli.

Per questo il condono edilizio si configurava come illegittimo, in quanto concesso senza rispettare le procedure.