La pubblicità per gli appalti, oggi, è obbligatoriamente estesa anche a strumenti come i quotidiani, soprattutto quelli cartacei.

Tuttavia, il sottosegretario all’editoria Vito Crimi, avrebbe proposto di eliminare questo obbligo allo scopo di consentire un risparmio di 40 milioni di euro annui per professionisti e per le imprese.

Inoltre, si vorrebbe, grazie anche alla collaborazione con il Ministro delle Infrastrutture, utilizzare questo metodo per eliminare quello che potrebbe essere il finanziamento indiretto ai giornali, e anche per semplificare alcune procedure legate alla Pubblica amministrazione.

Pubblicità per gli appalti, come funziona ora

In particolare, oggi la pubblicità per gli appalti che avvenga sui giornali obbliga a scegliere almeno un quotidiano nazionale e uno locale, arrivando, ad esempio, a spendere anche migliaia di euro per ogni tipo di appalto, anche perché i giornali possono essere scelti dalla stessa Pubblica Amministrazione.

Questi costi arrivano a pesare molto sui professionisti e sulle imprese, e si vorrebbe ridurre il più possibile questo obbligo.

Si potrebbero, invece, scegliere quelli che sono sistemi non sono più snelli, ma anche di più facile consultazione.

Ad esempio, spesso le aziende che vogliano conquistare un appalto, si occuperanno di controllare la presenza di annunci direttamente su quella che sarà la versione online della Gazzetta Ufficiale, tralasciando, invece, le forme di pubblicazione su stampa.

Oggi rimangono ancora in vigore le vecchie norme, che prevedono le pubblicazioni estese, che comprendono anche i giornali, per le gare che abbiano un importo superiore ai 500 mila euro, e che arrivino sino alle soglie comunitarie.