La sanzione per abuso edilizio “classica” è sicuramente costituita dall’imposizione della demolizione nei confronti di chi sia il responsabile dell’abuso stesso.

Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se, in alcuni casi, in luogo della demolizione sia possibile comminare una semplice pena pecuniaria.

In relazione a questo quesito, che è molto comune, è intervenuto di recente il TAR Molise, con la sentenza 21 giugno 2018, numero 382.

Sanzione per abuso edilizio, l’interpretazione del TAR

In particolare, il TAR ha preso in considerazione, per emettere la sua sentenza, alcune pronunce precedenti, in particolar modo emesse dal Consiglio di Stato.

In queste si stabiliva già come il privato non possa invocare l’applicazione della sanzione pecuniaria, in luogo di quella più grave legata alla demolizione, se non in alcuni casi.

Infatti, la sostituzione della sanzione è possibile in alcune situazioni, e queste comprendono i casi nei quali, a seguito della demolizione che dovrebbe essere effettuata, si potrebbero verificare dei gravi pregiudizi nell’utilizzo del bene residuo.

 

Ad esempio, ciò potrebbe riguardare il caso in cui nel demolire una parte di un edificio, la parte restante potrebbe avere problemi strutturali.

Non varrebbero, invece, motivazioni meno pregnanti, come quelle di tipo economico. Quindi, per il tribunale, così come per il Consiglio di Stato in precedenza, il fatto per il quale demolendo una parte dell’edificio si debbano affrontare delle spese rilevanti, non sarebbe una buona motivazione per commutare la sanzione in una semplice pena pecuniaria.

Ovviamente, sarà il soggetto interessato a dover dimostrare il grave pregiudizio che deriverebbe dalla demolizione stessa.