La costruzione di un muro di cinta è un tipo di intervento abbastanza diffuso, soprattutto tra coloro che possano vantare la proprietà di un terreno, e che vogliano evitare le intrusioni esterne, o delimitare il proprio fondo.

In relazione a tale fattispecie è intervenuta di recente la Corte di Cassazione, con la sentenza 20739 del 2018.

Muro di cinta, quando è necessario il permesso di costruire

La Cassazione ha voluto rimarcare alcuni concetti importanti per tutti i casi in cui si renda necessaria la costruzione di un muro di cinta.

I giudici hanno potuto spiegare come la costruzione stessa veda la necessità di ottenere un previo permesso di costruire in alcune situazioni.

In particolare, in tutti quei casi in cui, sulla base della sua struttura e della sua estensione, esso sia in grado di andare a modificare quello che era il precedente assetto urbanistico del territorio.

Inoltre, nel caso specifico i soggetti che si erano occupati di costituire il muro di cinta avevano presentato solo la SCIA, tralasciando la richiesta del permesso di costruire.

Questa è necessaria e nel caso di specie sarebbe stato fondamentale anche l’ottenimento premio dell’autorizzazione paesaggistica e, addirittura, del nulla osta emesso da parte dell’ente parco.

Questo perché il muro di cinta insisteva all’interno di un’area che apparteneva ad un parco protetto, per il quale si seguono delle procedure particolari.

La Cassazione ha affermato, in merito all’autorizzazione paesaggistica, come essa possa essere evitata solamente nel caso in cui le recinzioni non vadano a modificare lo stato dei luoghi.