L’ acquisizione comunale di un immobile può avvenire in diversi casi, ma per potersi ritenere legittima essa dovrà comunque seguire alcune regole particolari.

Infatti, spesso tale procedimento viene attivato nel momento in cui sia stato compiuto un abuso edilizio e il Comune voglia determinare l’integrazione nel proprio patrimonio dell’immobile stesso.

Per andare a comprendere quando tale provvedimento si possa effettivamente indicare come legittimo è intervenuto di recente il TAR Lazio, Sezione II di Roma, con la sentenza 3831 del 6 aprile 2018.

I presupposti per l’acquisizione comunale di un immobile

Così come specificato anche dai giudici amministrativi, per poter avere un’acquisizione comunale di un immobile che sia effettivamente legittima, saranno necessari alcuni specifici presupposti.

In particolare, l’ordine di demolizione precedente dovrà essere stato notificato a tutti i comproprietari dell’immobile stesso, e la stessa cosa dovrà avvenire anche per il provvedimento di acquisizione.

Questo perché sarà sempre necessario tutelare i diritti di difesa e di partecipazione a livello del procedimento da parte dei privati.

Inoltre, tale presupposto sarà necessario anche perché con l’acquisizione si andrà a pregiudicare in modo definitivo il soggetto che sia titolare di un diritto di proprietà sui beni confiscati.

Per tali motivi, quindi, il Comune, prima di poter acquisire effettivamente gli immobili o i terreni, dovrà notificare in modo specifico i provvedimenti a tutti quelli che saranno i comproprietari della struttura stessa, così che questi abbiano la possibilità sia di conoscere l’intervento, sia di poter intervenire nel procedimento che sia stato ingaggiato nei loro confronti.