Il Codice Appalti è ormai in vigore da ben due anni, ma sembra che manchino ancora una serie di provvedimenti grazie ai quali poterlo attuare nella sua interezza.

Proprio il Ministero delle Infrastrutture si è occupato di pubblicare una tabella nella quale indica quali sono i punti mancanti relativi all’attuazione del Codice Appalti, a causa dei quali alcune disposizioni non possono esplicare i propri effetti in modo concreto.

Codice Appalti, i punti mancanti

In primo luogo, si indicava la necessità di individuare tre differenti livelli di progettazione, ma a tal proposito, dopo aver ottenuto i pareri del Consiglio di Stato e della Conferenza delle Regioni, si è passati, al 20 marzo, al vaglio da parte del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dei Beni culturali.

Si dovrà, quindi, attendere anche questo passaggio per iniziare ad intravedere il compimento di questi elementi compresi nel Codice.

Inoltre, dal Codice Appalti sono state eliminate le manutenzioni, per le quali sarebbero state pensate delle regole semplificate, che dovrebbero essere previste in un ulteriore decreto. Anche in questo caso, quindi, si attende la realizzazione della normativa.

Codice Appalti e il Decreto BIM

In relazione al Codice Appalti, invece, è già in vigore il Decreto BIM che si occupa di definire le tempistiche, e anche le modalità, per l’introduzione da parte delle stazioni appaltanti, delle amministrazioni locali  e anche da parte degli operatori economici, di quella che sarà l’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici, che dovranno intervenire nelle fasi di costruzione, ma anche in quelle preliminari di progettazione.