In molti casi nei quali siano state realizzate delle costruzioni abusive, si applicheranno le sanzioni per abuso edilizio.

Ciò che potrebbe interessare sarebbero le modalità con le quali si dovrebbe calcolare l’entità della sanzione, quella che può essere definita alla stregua di una vera e propria tariffa per l’abuso.

Per dipanare eventuali dubbi in merito è intervenuto di recente il TAR Lombardia, sezione II di Milano, con la sentenza 568 del 27 febbraio 2018.

Il calcolo delle sanzioni per abuso edilizio

In particolare, le sanzioni per abuso edilizio di tipo pecuniario sono previste dall’articolo 34 del DPR 380 del 2001. Esso si riferisce a quelli che sono gli interventi che abbiano solo una parziale difformità rispetto al permesso di costruire ottenuto. Infatti, in questi casi è possibile vedere il mantenimento in essere dell’immobile, ma comunque l’applicazione di una sanzione.

Per il TAR, il calcolo delle sanzioni per abuso edilizio dovrebbe essere, in primo luogo, riferito al momento nel quale l’abuso venga punito.

Si applicheranno, quindi, quelle che sono le tariffe vigenti nel momento in cui si commini la sanzione, e  non quelle presenti nel momento in cui l’abuso stesso sia stato posto in essere.

La motivazione legata a tale riferimento temporale è intuitiva, ma è stata comunque rimarcata dai giudici amministrativi: infatti, non bisognerebbe consentire a chi abbia compiuto la violazione di poter lucrare, e quindi di poter ottenere una specie di “sconto di pena” rispetto all’entità della stessa calcolata nel momento presente.

Inoltre, l’obiettivo sarebbe anche quello di evitare che il responsabile dell’abuso possa ottenere un indebito arricchimento in seguito all’incremento del prezzo della costruzione, successivo rispetto all’ultimazione dell’abuso stesso.