Le scelte urbanistiche che siano operate da una determinata Amministrazione dovranno essere motivate in modo specifico? In relazione a questa fattispecie e alle procedure che devono essere seguite, è intervenuto il TAR Piemonte, sezione II, con la sentenza del 3 gennaio 2018, numero 11.

Le motivazioni delle scelte urbanistiche

Le Pubbliche Amministrazioni possono operare in modo abbastanza libero nel momento in cui sia necessario gestire il territorio.

In tanti casi, ad esempio, si decide di costruire una serie di palazzi, oppure di destinare un’area al verde pubblico.

Ci si potrebbe chiedere se il Comune, la Provincia oppure la Regione siano obbligati a motivare in modo preciso e specifico la scelta fatta in relazione alla destinazione di un’area oppure alla costituzione su di essa di particolari opere.

Secondo il TAR le scelte urbanistiche non vedono la necessità dell’indicazione di una specifica motivazione. Infatti, i motivi riferiti ad una scelta potranno essere già intuiti da quelli che siano i criteri generali che siano stati seguiti nel momento in cui sia stato impostato il Piano Regolatore.

Per il Tribunale Amministrativo si può determinare un obbligo di motivazione solo nel caso in cui al privato sia stata riconosciuta un’aspettativa qualificata. Ad esempio, nel caso in cui al privato fosse già stata effettuata una concessione, oppure esso contasse già su una precedente lottizzazione, che fosse stata già approvata e convenzionata.

Quindi, in tutti gli altri casi, il contenuto del Piano Regolatore Generale può già, di per sé, giustificare le decisioni prese dall’Amministrazione in merito ad un’area specifica.