L’abuso edilizio può essere sanzionato in diversi modi, ma spesso la demolizione è una delle soluzioni che più vengono applicate dai Comuni nel momento in cui si verifichi la presenza di un abuso.

Il TAR di Napoli ha recentemente emesso una sentenza, la numero 5129 del 2017, nella quale non solo si chiariscono i termini della sanzione da applicare all’abuso edilizio, ma anche in quali casi la demolizione si renda effettivamente necessaria, oltre ogni altro tipo di sanzione.

Abuso edilizio e demolizione, il caso di specie

Nel caso di specie, il Comune che è stato chiamato in giudizio si era occupato di contestare la realizzazione abusiva di un ripostiglio costituito in muratura che era stato costruito a livello del ballatoio dell’ultimo piano. Oltre a ciò era presente anche un cancello che consentiva di accedere al terrazzo.

[amazon table=”4496″]

Per i privati non si tratterebbe di un abuso edilizio, ma di opere di semplice ristrutturazione. Per il Comune, invece, si farebbe riferimento ad una ristrutturazione che avrebbe richiesto la concessione del titolo edilizio. Per questo, quindi, si riteneva che la stessa fosse abusiva.

Il Comune aveva emesso un ordine di demolizione, impugnato dal privato che aveva fatto presente di aver effettuato richiesta di sanatoria.

Abuso edilizio e demolizione, le indicazioni del TAR

In relazione al caso di specie il Tar, per l’abuso edilizio e demolizione, ha specificato come la richiesta di sanatoria non vada a bloccare l’ordine di demolizione che sia stato emesso dal Comune.

Inoltre, in questo caso l’ordine risulta legittimo in quanto non si tratterebbe di una semplice ristrutturazione, ma della creazione di un nuovo volume.