La destinazione agricola di un terreno a che cosa corrisponde, o deve corrispondere? Ci si potrebbe, infatti, chiedere se sia necessario che sul terreno agricolo vengano realizzate delle coltivazioni oppure se questo non sia richiesto.

Allo scopo di fare chiarezza in merito a tale quesito è intervenuto il Tar delle Marche, con la sentenza 13 novembre 2017, numero 854.

Destinazione agricola, come interpretarla in concreto

Si sa che la destinazione di un terreno ne vincola necessariamente quelle che saranno le attività che vi si potranno realizzare. In relazione alla destinazione agricola ci si potrebbe chiedere se sia sempre necessario installare una qualche coltivazione per rendere “giustizia” al terreno stesso.

Il Tribunale Amministrativo ha indicato, nella sua recentissima sentenza, come non sia necessario e obbligatorio che su un terreno con destinazione agricola venga coltivato qualcosa.

Infatti, per il TAR si potranno destinare ad aree agricole anche tutte quelle porzioni di terreno che, ad esempio, si vogliano sottrarre all’edificazione per interessi di tipo pubblico e comunale. Un esempio potrebbe proprio essere quello rappresentato dalla volontà di un Comune di garantire ai propri cittadini una maggiore vivibilità e la presenza di spazi aperti non edificati.

In questo senso, quindi, sarà possibile destinare a porzione agricola un’area anche nel momento in cui non si coltivi nulla su di essa e non si abbia l’intenzione futura di farlo.

Ovviamente, la destinazione potrà anche essere successivamente modificata, in modo da consentire la realizzazione di altri tipi di interventi sulla porzione di territorio presa in considerazione precedentemente.