La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ritenuto legittime le tariffe professionali fissate per legge e ne ha confermato la compatibili con le regole europee sulla libera concorrenza.

E’ l’esito del Consiglio nazionale degli Ingegneri (CNI), che ha commentato la sentenza sulle cause C-532/15 e C-538/15 con la circolare 128/2017.

Il parere dei giudici europei è stato espresso riguardo ad una normativa spagnola del 2003 che fissa i compensi dei procuratori legali.

Procuratore e cliente possono negoziare la retribuzione secondo i limiti previsti dalla legge e hanno un margine di manovra del 12% al rialzo o al ribasso.

Inoltre, esiste un tetto massimo agli onorari che può percepire il procuratore legale nell’ambito dello stesso procedimento e può essere oltrepassato solo se autorizzato dal giudice. E’ prevista però la contestazione da parte del cliente sulle spese considerate inutili.

CNI sostiene che i principi sono applicabili a tutte le professioni

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ritiene quindi che le tariffe, previste da una norma nazionale e non predisposte dalle associazioni professionali, non creano contrasto con l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

In poche parole, la regolamentazione dei compensi minimi, contenuta in una normativa statale, non contrasta con il diritto dell’Unione Europea e non rappresenta, quindi, un ostacolo alla libera concorrenza.

Il CNI fa notare che i princìpi espressi dalla corte spagnola sono di carattere generale e quindi sono applicabili a tutte le professioni di altri Paesi dell’Unione Europea.