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Sono state emesse differenti pronunce giurisprudenziali in merito al riutilizzo delle macerie, ma ora ad intervenire sull’argomento è la Corte di Cassazione, che si è pronunciata in merito con la sentenza 41607 del 2017.

In generale, nella sentenza si continua a sottolineare come per poter riutilizzare le macerie sia fondamentale dichiarare tale intenzione prima dell’avvio del cantiere, in modo da poter ottenere le necessarie autorizzazioni ambientali.

Ora, la Suprema Corte ha aggiunto anche la definizione di sottoprodotti con riferimento ad alcuni tipi di macerie.

Riutilizzo delle macerie, cosa sono i sottoprodotti?

Nel caso in cui si voglia procedere al riutilizzo delle macerie, saranno necessarie le autorizzazioni ambientali, che faranno diventare queste dei sottoprodotti. La definizione di tali prodotti è stata data direttamente dalla Corte di Cassazione, la quale ha specificato come essi siano quelle sostanze per le quali sia certa, sin dall’inizio, la destinazione per il riutilizzo all’interno del medesimo ciclo di produzione, oppure da parte di terzi soggetti.

Questa intenzione al riutilizzo delle macerie, quindi, sarà accettabile solo qualora vi sia stata la dichiarazione prima di iniziare i lavori.

Riutilizzo delle macerie, quando non è possibile

La Cassazione sottolinea anche, visto il caso di specie, le eventualità nelle quali non sia possibile il riutilizzo delle macerie.

Infatti, nella fattispecie esaminata dalla Corte si faceva riferimento ad un’azienda che aveva lasciato per lungo tempo le macerie su un terreno di proprietà esclusiva. Secondo la Cassazione il fatto di non aver dichiarato prima di voler riutilizzare le macerie ha determinato la trasformazione delle stesse in materiale da discarica.

Per questo motivo, l’impresa è stata condannata ad una multa di duemila euro per la gestione abusiva dei rifiuti.