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Aprire il proprio studio di architettura è l’obiettivo di ogni libero professionista. Tuttavia questa giusta ambizione può essere resa difficile sopratutto se a nutrirla è un giovane che si è affacciato da poco sul mondo del lavoro. Il percorso da seguire però non è facile, ne tantomeno immediato ma ciò non vuol dire che sia impossibile. Le pratiche da sbrigare e le cose a cui pensare sono diverse e non sempre l’Università prepara i giovani al mondo del lavoro.

Il rischio è di fare molti sbagli, che si possono pagare anche a caro prezzo, oppure di lasciar perdere perché scoraggiati da procedure lunghe e costose o perché senza qualcuno che ci guidi. Per questi motivi, per esercitare la libera professione di architetto occorre molta pazienza, tenacia e tanti sacrifici. Nonostante ciò, molti neolaureati prendono la decisione di focalizzarsi e convogliare le loro energie per mettersi in proprio. Vediamo dunque qual è l’iter da seguire per aprire uno studio di architettura.

 

Iscrizione all’Albo Professionale per la professione architetto

Dopo il corso di laurea in architettura gli aspiranti architetti dovranno sostenere un esame di Stato abilitante alla professione, superato il quale ci si può iscrivere all’Ordine degli architetti. Infatti per poter esercitare la professione è necessario iscriversi all’Ordine. E’ possibile iscriversi all’Albo della regione dove si ha il domicilio professionale o la residenza anagrafica.

 

Regime Fiscale

L’Art. 53 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi) sottolinea che: “i redditi derivanti dall’attività di architetto, svolta in maniera abituale anche non esclusiva, rientrano nei redditi di lavoro autonomo”. Ciò comporta inevitabilmente un’apertura di partita Iva, tenuta della contabilità, dichiarazione annuale dei redditi.

 

Professione architetto: la partita IVA

Come libero professionista è indispensabile aprire la partita IVA. È necessario trasmettere la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate, in maniera autonoma (attraverso il software di compilazione gratuito) o tramite un commercialista o il Caf, utilizzando il modello AA9/12. Entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, il professionista deve presentare la dichiarazione alla sede dell’Agenzia delle Entrate della provincia della propria residenza o alla sede dell’Agenzia di riferimento.

 

Iscrizione alla Cassa di Previdenza

Nella professione architetto è’ obbligatoria l’iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti (si parla di INARCASSA) per il versamento dei contributi previdenziali.

Il contributo soggettivo è calcolato in misura percentuale sul reddito professionale netto dichiarato ai fini I.R.P.E.F.:

  • 7,25% per i primi 5 anni;
  • 14,5% dopo 5 anni;

Il contributo integrativo è pari al 4% del volume di affari professionale dichiarato ai fini IVA.

 

Stipula assicurazione professionale

E’ necessario stipulare un’assicurazione professionale diventata obbligatoria dal 15/08/2014.

 

Apertura della PEC (Posta elettronica certificata)

E’ obbligatorio per tutti i professionisti iscritti all’Albo attivare la Posta Elettronica Certificata (D.L. 185/2008) e comunicarla all’Ordine.

 

Affitto di un locale ad uso professionale

Per abbattere i costi di gestione di uno studio professionale ci sono 2 opzioni:

  • condivisione dello studio;
  • studio associato;

 

Dopo aver seguito per intero questo iter, è possibile finalmente aprire il proprio studio di architettura. Naturalmente quest’ultimo deve essere in grado di garantire la realizzazione delle aspettative della propria clientela con precisione, rispetto dei tempi e dei costi, assolvendo anche il gravoso compito di redigere le pratiche burocratiche ed amministrative che la legge impone.