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L’architettura consente di creare e progettare edifici spettacolari e una delle tecniche che vengono più utilizzate proprio per la rappresentazione e la fase teorica della realizzazione di una struttura è la prospettiva.

Tanti avranno sentito parlare della prospettiva, ma forse in pochi sanno a che cosa si riferisca veramente questa tecnica e per quale motivo essa venga utilizzata.

Che cos’è la prospettiva?

Si dice che sia necessario guardare le cose in prospettiva per capirle meglio, e anche per progettare un edificio questo sistema diventa sicuramente il più importante e necessario.

La prospettiva, infatti, è una tecnica grafica mediante la quale è possibile rappresentare determinati disegni geometrici. Si può definire come un vero e proprio artificio, in quanto falsa, ovviamente, in due dimensioni ciò che dovrà poi essere presente in tre dimensioni nella realtà.

Sulla superficie piana, infatti, verrà rappresentato un oggetto così come potrà apparire, una volta realizzato, a chi lo guardi. Si può anche aggiungere come grazie alla prospettiva sarà possibile ottenere una rappresentazione abbastanza veritiera di quello che sarà il progetto finale e realizzato concretamente.

La storia della prospettiva

La prospettiva veniva già utilizzata, anche se con caratteristiche differenti rispetto a quelle attuali, nell’arte romana di tipo figurativo. Non si avranno, però, ancora le regole che oggi amministrano tale rappresentazione grafica.

Il pioniere della tecnica della prospettiva sarà sicuramente Filippo Brunelleschi, un architetto che utilizzerà, per la prima volta, quello che oggi si chiama sistema di rappresentazione prospettica a un unico punto di fuga.

Il Brunelleschi venne “copiato” da moltissimi altri artisti e anche da tanti architetti, che iniziarono ad usare la tecnica da lui inventata per le proprie progettazioni e per i disegni.

A seguito della prima opera del Brunelleschi intervenne, poco più tardi, anche il famoso e acclamato Piero della Francesca il quale, nella metà del 1400, si occupò di studiare la prospettiva in architettura e anche di codificarla, mettendone per iscritto principi e regole fondamentali.

Dopo il Rinascimento si passerà ad un legame molto forte intercorrente tra la prospettiva nell’architettura e la matematica. Si passerà, pian piano, da un sistema di prospettiva prettamente centrale ad uno che comprenderà anche la prospettiva accidentale e obliqua.

In che cosa consiste concretamente la prospettiva?

Com’è già stato detto, la prospettiva consente di vedere gli oggetti rappresentati così come li potrebbe percepire, nella realtà, l’occhio umano. Si sceglierà, nella rappresentazione prospettica di un oggetto, un punto di vista dal quale partire, andando a definire non solo il punto stesso, ma anche la posizione del soggetto, la distanza intercorrente tra chi osservi e l’oggetto e l’altezza del punto di vista.

Quindi, per poter rappresentare in modo prospettico un edificio si dovranno prendere in considrazione alcuni fattori:

  • Il soggetto: sarà l’osservatore;
  • L’oggetto da rappresentare: ad esempio un edificio;
  • Il piano verticale: su questo verrà disegnato l’oggetto con tutte le sue caratteristiche;

A seconda del tipo di prospettiva che sarà stata scelta il punto di osservazione, il tipo di osservazione e anche di rappresentazione potranno cambiare. Ecco perché, spesso, un determinato oggetto in tre dimensioni potrà apparire diverso: tutta questione di punti di vista.